EurUsd che si è mosso in maniera nervosa poco sotto le resistenze chiave per tutta la settimana a causa delle tensioni che montano al confine tra Russia e Ucraina. Il rialzo nei prezzi di oro e petrolio continua ad essere una zavorra per il dollaro che si appresta ad assistere al primo rialzo dei tassi nel FOMC di marzo.
EurUsd è entrato in stallo a ridosso delle importanti resistenze di area 1.14/1.15. Le notizie arrivate dall’America sull’evoluzione dell’inflazione non hanno fatto altro che confermare che la FED agirà sui tassi e lo farà in fretta. Più complessa la situazione in Europa dove la BCE con scarsa convinzione vuol far credere ai mercati che l’inflazione è sotto controllo. Intanto i carri armati si ammassano al confine ucraino.
Mentre la FED continua a mandare messaggi al mercato di natura “hawkins”, ovvero orientati ad un deciso rialzo dei tassi di interesse nel corso del 2022, dall’Europa arriva un allarme che la BCE non potrà ignorare nei prossimi mesi. L’inflazione rischia di andare fuori controllo con un balzo a gennaio che è stato capace di portate i prezzi al consumo sopra l’asticella del 5%. L’Euro ha ritrovato vigore tornando sopra 1,14
Il dollaro prende velocità dopo l’ultimo meeting della FED nel quale di fatto è stata certificato l’avvio nel processo di aggiustamento della politica monetaria. Il tapering finirà nel giro di un mese e poi via al rialzo dei tassi. In Europa tutto tace con le tensioni ai confini russi che continuano a favorire il flight to quality verso il biglietto verde.
Il dollaro riesce a rintuzzare gli attacchi tutto sommato modesti dell’euro. La dialettica dei membri del FOMC sempre più orientata ad un rialzo dei tassi già a marzo ha fatto bene al dollaro e ai tassi di interesse. Le borse invece si sono mostrate deboli di fronte alla prospettiva di un inasprimento della politica monetaria più rapido del previsto.
Il dollaro rimbalza sui supporti in maniera anche piuttosto corposa dopo la pubblicazione del dato di inflazione americano ai livelli più alti dall’inizio degli anni 80. Il motivo si chiama tassi reali che in America scivolano verso il basso nonostante le promesse della FED di alzare i tassi nel corso del 2021. Saranno cruciali le prime riunioni 2022 delle banche centrali. Il quadro tecnico comincia intanto a diventare intrigante su EurUsd.
La FED pubblica i verbali che non ti aspetti e il mercato soprattutto legato alla dinamica dei tassi di interesse la prende male. Bond, oro e bitcoin in caduta libera, ma anche l’equity traballa. Stabile il dollaro che non piazza ancora la zampata sull’euro in attesa di capire come si muoverò la BCE dopo i dati di inflazione vicina al 5% usciti in diversi paesi di Eurolandia.
Anno estremamente positivo per il dollaro americano in guadagno su quasi tutte le valute ma soprattutto sull’euro. Le politiche monetarie divergenti rappresentano un punto a favore del biglietto verde che potrà anche contare sulla sua natura difensiva nei momenti di volatilità di mercato. Attenzione ora rivolta ai primi meeting di politica monetaria del 2022.
Un 2021 all’insegna del dollaro quello che si sta per concludere e che, stando alle prospettive tecniche e di politica monetaria, dovrebbe anticipare un percorso ancora favorevole al biglietto verde nella prima parte del 2022. La politica monetaria della FED chiuderà il tapering a marzo e poi partiranno gli aumenti dei tassi. In Europa la pandemia rischia invece di rallentare un processo ancora molto indietro nel suo percorso di normalizzazione.
La FED rompe gli indugi e fa capire ai mercati che l’era del tasso zero volge al termine. Tapering che finirà a marzo 2022 e tassi che potranno cominciare a salire. In Europa la BCE si mostra più cauta programmando un rialzo per non prima del 2025. Euro ancora debole con il dollaro che mantiene la sua impostazione rialzista pur vedendo una situazione tecnica che potrebbe nel breve agevolare una fase meno direzionale.