Azioni Enel

ENEL rappresenta indubbiamente un pezzo della storia italiana: un’azienda capace di trasformarsi da società pubblica a multinazionale quotata su borsa italiana e in grado di generare profitti in un mondo che richiede investimenti tecnologici massici come quello delle utilities. Pur essendo ancora sotto il controllo dello Stato italiano, la multiutility italiana negli anni ha saputo rinnovarsi e rendere più efficiente rete distributiva e capacità produttiva avviando un processo di riconversione verso il mondo dell’energia pulita in anticipo rispetto a molti competitor. Il management, forte della solida posizione finanziaria e di una crescita costante negli utili per azione, ha ormai avviato da tempo una politica di acquisizione in terra straniera necessaria per sviluppare nuovi investimenti e ovviamente allargare il giro d’affari.

La storia di ENEL

L’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (questo il significato della sigla ENEL) fu istituito nel 1962 con una legge del Parlamento italiano che mirava ad aggregare il settore della produzione, trasformazione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica ai tempi molto frammentato in Italia. Con l’emissione di obbligazioni garantite dallo Stato italiano per 200 miliardi delle vecchie lire, la società avviò un ambizioso piano di riammodernamento della rete elettrica e di collegamento nelle zone rurali che potesse dare slancio all’economia italiana.

Il piano subì un deciso cambio di passo negli anni ’70 quando la crisi petrolifera impose il primo piano energetico nazionale con il quale l’Italia diversificava le fonti di energia in modo da ridurre la dipendenza dagli idrocarburi. Questa fase vide ENEL protagonista con la creazione di numerosi impianti in grado di generare energia idroelettrica, geotermica, a carbone e nucleare.

Nel 1992, nell’ambito del processo di liberalizzazione del mercato elettrico italiano, ENEL venne privatizzata con un riassetto societario importante che vide la luce nel 1999 quando furono separate le attività di produzione, distribuzione e vendita. Sempre in quell’anno lo Stato italiano cedette il 31,7% del capitale collocando in borsa la società ad un prezzo di 4,3 € (equivalente a 8,6 € per effetto di un raggruppamento azionario del 2001). Dal momento della quotazione ENEL è partita una campagna di acquisizioni ed investimenti infrastrutturali non solo sul territorio nazionale italiano, ma anche internazionale con un grande focus sulla generazione di energia pulita capace di far diventare ENEL la prima multiutility europea.

In quale settore di mercato opera ENEL

La società è oggi una utility multinazionale che produce e distribuisce energia in cinque continenti a 70 milioni di utenti finali spaziando dalle fonti fossili tradizionali alle energie rinnovabili. Con una capacità di generare energia superiore ai 45GW e quasi 4 milioni di chilometri di rete distributiva, ENEL si pone oggi ai vertici del settore europeo. In passato la società ha operato anche in altri settori (ad esempio la telefonia mobile e fissa), ma oggi il focus è interamente centrato sul mercato dell’energia e del miglior sfruttamento delle risorse fossili e rinnovabili.

Chi sono i competitor di ENEL

ENEL, oltre a rappresentare una società leader in Italia nel settore delle utility, compete in Europa con diverse aziende attive sia nel campo della produzione e distribuzione di elettricità che in quello delle energie rinnovabili. Tra queste possiamo citare la spagnola Iberdrola, l’inglese National Grid, la tedesca E.On, la francese EDFe la portoghese EDP. All’interno dell’indice Stoxx Europe 600 Utilities, ENEL è attualmente la società con il peso maggiore.

Chi sono gli azionisti principali della società

Nel corso degli anni il peso del Tesoro italiano nel capitale della società è diminuito fino al 23,5% attuale che pone comunque lo Stato italiano come azionista di maggioranza relativa e principale beneficiario delle ricche politiche di payout degli utili da parte della società. Capital Group e BlackRock seguono con una quota del 5% a testa come azionisti di minoranza.

Utili e ricavi passati e futuri

I ricavi di ENEL sono generati oggi per circa il 35% dalla produzione e distribuzione di energia ad altre società, per il 35% da utilizzo di energia da parte di utenti finali, dalla rete infrastrutturale per il 20% e per il resto dalla società attiva nelle energie rinnovabili ENEL Green Powers e servizi vari. I ricavi arrivano prevalentemente dall’Europa (45%) seguita dall’Italia (35%) e poi dall’America (20%). I dati del 2021 sono in ripresa dopo i blocchi causati dai vari lockdown soprattutto in Europa. Per il 2021 sono attesi ricavi in crescita a oltre 74 miliardi di euro rispetto ai 62 del 2020. L’utile per azione nelle attese degli analisti dovrebbe salire a 0.54 € contro lo 0.51 del 2020 aumentando il dividendo che da sempre pone l’azione tra quelle più interessanti in termini di rapporto dividend/price. Gli ultimi 12 mesi hanno permesso agli azionisti della società di ottenere un rendimento da dividendo del 4,5% ponendo l’azione tra le più importanti dei vari indici di stile high dividend europei.

Le performance di ENEL in borsa

ENEL è la società numero uno per capitalizzazione sul mercato italiano. La capitalizzazione di mercato è attualmente pari a 81 miliardi di euro con il 2021 che ha visto le quotazioni toccare i massimi storici a 9,04 € per azione. Il titolo ha toccato nel 2012 un minimo a 2 € e da quel momento l’investimento nell’azione italiana ha reso all’investitore una performance del 16% annuo composto. Nell’ultimo anno, le azioni ENEL hanno prodotto un rendimento del 5%, leggermente inferiore al 6,4% annuo ottenuto dagli azionisti che hanno acquistato il titolo nel momento dalla quotazione sulla borsa italiana.

Pro e contro del business di ENEL

Il business di ENEL può considerarsi solido, difficilmente scalabile e generatore di cash flow in grado di offrire a chi investe sull’azione italiana dividendi elevati e costanti in un regime di stabilità del prezzo. L’avvento del piano europeo Next Generation EU porterà nel Vecchio Continente nuovi flussi finanziari a sostegno dell’energia pulita che sicuramente troverà ENEL come player di riferimento per l’intero settore. Le azioni ENEL sono considerate titoli difensivi che nei momenti di difficoltà sui mercati finanziari dovrebbero garantire una volatilità inferiore nel prezzo.

Tra i contro del business di ENEL possiamo ricordare una certa rigidità nell’adeguamento tariffario delle bollette elettriche vincolate alle decisioni dei singoli stati e il rischio di una salita improvvisa dei tassi di interesse che appesantirebbe il costo del debito, voce sempre molto impattante per società impegnate in costanti piani di investimento infrastrutturale. I ricavi generati dal business italiano risultano poi ancora molto importanti in termini percentuali, legando comunque le sorti dei conti della società ancora una volta all’andamento dell’economia italiana.