Il giorno della liberazione è finalmente arrivato e Donald Trump il 2 aprile annuncerà al mondo la sua visione di commercio mondiale, con dazi verso quei paesi che hanno surplus con gli Stati Uniti. Le banche centrali per il momento stanno alla finestra in attesa di notizie. Lo stesso EurUsd consolida le posizioni dopo il test delle resistenze chiave di 1,09/1,10.
La Fed tiene i tassi di interesse fermi ma avverte i mercati che l’economia rallenterà con inflazione che faticherà a scendere dai livelli attuali. Ci saranno (forse) altri due tagli nei tassi nel 2025 con Trump che sollecita interventi immediati. In Europa, intanto, i nuovi piani di investimento per la difesa e l’espansione del bilancio tedesco portano ottimismo su borse ed euro.
Si mantengono tesi i rapporti tra Trump e l’Europa con la pace in Ucraina di nuovo lontana dopo il violento strappo in diretta tv con Zelensky e una trade war che sembra pronta a vivere un nuovo capitale. L’euro e le borse europee reggono ma la curva dei tassi negli Stati Uniti si sta appiattendo, segno di previsioni di rallentamento economico in arrivo.
Precipita la situazione in Europa e soprattutto in Ucraina dopo lo sconcertante voltafaccia di Donald Trump all’Ucraina. La decisione del tycoon di trovare un accordo coinvolgendo nelle fasi iniziali solo la Russia chiedendo al premier ucraino Zalensky un passo indietro, sancisce la rottura dell’alleanza a supporto del paese invaso. La crisi geopolitica rischia di implodere proprio nel Vecchio Continente già provato economicamente da una lunga stagnazione economica.
Continua a tenere banco Donald Trump che occupa questa volta il palcoscenico geopolitco con un forte tentativo di portare al tavolo della pace Ucraina e Russia. A beneficiarne a livello finanziario paradossalmente l’Europa e l’euro con le elezioni tedesche che rappresentano il market mover del mese. Intanto in America l’inflazione risale al 3% azzerando ogni speranza di taglio dei tassi.
Trump mette in pratica ciò che aveva promesso imponendo dazi a Messico e Canada al 25% prima di sospenderli dopo poche ore per lasciare spazio alle trattative e giungere a una soluzione accettabile. Mercati in fibrillazione ma capaci di recuperare le perdite nelle sedute successive. EurUsd ancora una volta conferma la solidità del supporto di 1,02.
Se lo scontro tra la FED e Trump si fa sempre più acceso, il Governatore Powell tira dritto per la sua strada comunicando ai mercati che non è questo il momento per tagliare i tassi di interesse. Inflazione ed economia non lo consigliano con l’incognita dazi sullo sfondo che già a partire da febbraio diventa realtà. Esattamente gli stessi motivi, ma in versione opposta, hanno spinto la BCE ad abbassare i tassi di interesse. EurUsd ferma la sua corsa sulle resistenze di 1,05.
Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti e subita annuncia una serie di misure che alimenteranno la crescita USA, l’inflazione e anche il contrasto con alcuni partner commerciali come Canada, Messico ed Europa. L’euro ha reagito bene al test dei supporti di area 1,02 sulle parole meno dovish di Lagarde. Pullback o altro?
Trump è ufficialmente il nuovo presidente degli Stati Uniti e ora il mercato attende chiarezza sul fronte delle misure protezionistiche tanto annunciate. Il mercato forex rimane volatile con l’euro che tenta invano un recupero dopo i dati di inflazione americana migliori delle attese. In Germania intanto è ormai certo che il 2024 è andato in archivio con una nuova recessione economica.
Trump occupa ormai la scena politica ed economica mondiale quotidianamente e, ora che è arrivato il momento dell’insediamento ufficiale, cominceremo a fare i conti con le decisioni reali. L’economia americana prosegue nel suo percorso di crescita, quella europea arranca, ma rigurgiti inflazionistici si vedono all’orizzonte con i dazi che potrebbero aumentare le pressioni sui prezzi. Il dollaro beneficia di questo contesto incerto.