Spot EurUsd: 1.0630
Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0538, 1,0490, 1,0430) Resistenze (1,0823,1.0850,1.0950)
Strategia: Long 1.0630
Stop: 1.0480
Take profit: 1.0950
Il ciclone dollaro non si ferma travolgendo con decisione anche i supporti intermedi di 1.07 andandosi ad appoggiare così su quello che potenzialmente potrebbe essere la soglia più critica per la fine di questo 2016. Ma di analisi tecnica parleremo dopo. Quello che è interessante considerare è l’ormai 100% di probabilità che il mercato dà ad un rialzo dei tassi della Federal Reserve nel mese di dicembre. Le dichiarazioni della Yellen hanno avallato una possibilità che i mercati avevano già considerato dopo i positivi dati su occupazione e vendite al dettaglio. Se a questo aggiungiamo l’effetto Trump sulle aspettative di inflazione il gioco è fatto. Ecco così che il differenziale tassi di un Treasury rispetto ad un Bund tedesco sale a quasi 200 punti base, un valore che non può non pesare sulle valutazioni dell’Euro. La moneta unica europea comincia poi a guardare con preoccupazione al referendum italiano del 4 dicembre, un’appuntamento che, in caso di vittoria del NO, metterebbe a rischio il Governo in carica di Matteo Renzi. Diventa anche cruciale, pochi giorni dopo, il meeting Bce in cui Draghi dovrà dare indicazioni su cosa succederà al QE in scadenza nel 2017. Certo le eventuali turbolenze sul debito italiano potrebbero incidere, ma anche le mosse della Fed del 14 dicembre potrebbero costringere Draghi ad un parziale cambio di rotta.
Dal punto di vista tecnico abbiamo subito lo stop loss sulla nostra operazione long EurUsd della settimana scorsa, ma gli eccessi di posizioni lunghe di Dollari presenti sul mercato futures supportano la nostra convinzione che un rimbalzo è nell’aria. Per questo ritentiamo il long posizionando lo stop loss qualche pips sotto i minimi di marzo 2015 di 1.0490. Il rapporto rendimento per unità di rischio ci pare accettabile con ritorno in area 1.0900/1.0950 che imporrebbe il take profit.
Grafico 1 – siamo sui supporti, ora da EurUsd è attesa una reazione.
Bisogna comunque stare all’erta. Non è solo il differenziale tassi in ampliamento a dircelo ma anche un tasso di variazione di EurUsd a 1 anno ancora non estremo. Come vediamo dal secondo grafico solo quando questo indicatore scende sotto la linea del -10% a distanza di 1 anno possiamo cominciare a pensare ad un bottom primario in vista. Al momento siamo appena sotto la linea dello zero e questo rende potenzialmente possibile l’interruzione del trading range in essere dal 2015 con lo sfondamento della base inferiore di supporto. Per questo motivo lo stop loss sul trade long deve essere ravvicinato.
Grafico 2 – il ROC a 12 mesi segnala come ancora non siamo di fronte ad una situazione estrema di forza del Dollaro.