Spot EurUsd: 1.1070
Scala temporale Settimanale: Supporti (1.0763, 1,0533, 1.0000) Resistenze (1.1880, 1.2045, 1.2330)
Strategia: Short EurUsd in chiusura di settimana sotto 1.1098
Nella giornata odierna Mario Draghi ha una grande responsabilità per le sorti dell’Euro. Un atteggiamento dovish sul fronte del QE di fatto aprirebbe le porte ad una debolezza ancora più marcata per l’Euro che come vedremo dopo è ad un punto di svolta critico. Il QE della BCE era già stato ampiamente scontato dal mercato, ma l’impressione è che questa ultima gamba di debolezza degli ultimi giorni trova molta sfiducia nell’efficacia delle misure annunciate e che partiranno lunedì prossimo oltre che sfiducia nei confronti della Grecia la quale ha per ora solo comprato tempo; tutto questo a fronte di un consensus sul rialzo nei tassi americani nella seconda parte del 2015 che sembra permanere tra gli analisti. Non è una caso che lo spread tra Bund e Tbond (vedi grafico 1) è sceso ai minimi dalla nascita della moneta unica (-175 punti base) rendendo sempre più interessante l’investimento in Treasury; un differenziale di rendimento così elevato compensa il rischio valutario e di rialzo dei rendimenti sulla parte lunga della curva americana favorendo operazioni di carry trade. La settimana economica si chiuderà venerdì con i tassi sulla disoccupazione americana che potrebbero ancora una volta confermare la ripresa congiunturale a stelle e strisce e quindi alimentare ancora di più la forza del Dollaro.
Dal punto di vista tecnico troviamo molto interessante il grafico di lungo periodo per capire le proiezioni tecniche future qualora la settimana di EurUsd venisse archiviata sotto il 61.8% di ritracciamento dell’intero bull market (1.1210). Cominciamo dalle due gambe di ribasso etichettate come XYZ (vedi grafico 2). La prima, quella 2008-2010, è eguagliata in ampiezza da quella partita nel 2011 a 1.0799 in quello che riteniamo essere l’ultimo baluardo di supporto prima della parità. Andando oltre possiamo vedere come il ribasso cominciato nel 2011 a 1.4940 e terminato a 1.2042 nel 2012, è eguagliato in ampiezza dal bear market cominciato a 1.3994 a maggio 2014 (e tuttora in corso) a 1.1096, esattamente due pips sotto al minimo di gennaio di 1.1096. Ovviamente tutta la partita si gioca qui ed una rottura del supporto di 1.1096 sposterebbe l’attenzione 300 pips sotto con il serio rischio di rendere l’Euro vulnerabile a nuovi pesanti ribassi almeno fino alla parità con il Dollaro nei prossimi mesi.