EurUsd outlook settimanale del 5 Giugno 2023 – BCE, sui tassi così può bastare

  • Si allontana il pericolo default negli USA e si avvicina l’appuntamento con la FED. I falchi non lasceranno ancora il campo di gioco e se stabilità sarà questa probabilmente abbraccerà tutto il 2023. Infatti le curve forward hanno ormai abbandonato l’idea di un taglio del costo del denaro nell’anno corrente.
  • Segnali di rallentamento vistoso dell’inflazione in Europa. Grazie al calo di petrolio e gas i dati head fanno segnare ulteriori contrazioni a maggio, ma i dati core potrebbero ancora convincere la BCE circa la necessità di aumentare i tassi durante l’estate.
  • EurUsd corregge fino a quei supporti decisivi per il proseguimento del bull market. Tra 1,065 e 1,05 la reazione del cambio era doverosa per continuare a supportare il trend corrente.

Passato il debt ceiling, ora tocca alla FED

Con l’accordo raggiunto con i democratici il Presidente Biden disinnesca la pratica default e tetto del debito calciando la palla avanti al gennaio 2025. Non ci saranno pericoli durante la campagna presidenziale del 2024 e già questa è un’ottima notizia per mercati che hanno digerito con indifferenza l’evento. Quello che invece si allontana, ma anche qui nella più completa apatia dei mercati azionari, è il primo taglio dei tassi di interesse in USA adesso previsto per gennaio 2024.

Il dato sull’occupazione migliore del prevista mette ancora in evidenza uno stato di tensione sul mercato del lavoro anche se l’incremento dei salari ha subito un rallentamento.

In Europa, intanto, la Germania entra ufficialmente in recessione e la BCE dovrà cominciare ad osservare con molta cura gli effetti del rialzo dei tassi di interesse.

Lagarde ha cominciato a stringere sul costo del denaro in ritardo rispetto ad altre banche centrali, ma adesso che il prezzo del gas e del petrolio non rappresentano un problema il meeting del 15 giugno potrebbe essere l’ultimo nel quale verranno ritoccati all’insù i tassi al 3.5%.

Il mercato vede anche un altro rialzo nei tassi nel terzo trimestre, ma va ricordato che a fine giugno le banche europee dovranno restituire 475 miliardi di euro di prestiti TLRO (il 6% degli asset BCE). Probabile quindi che sia necessario per molti istituti accedere al mercato per reperire liquidità e mettere ulteriore pressione al costo della raccolta degli istituti di credito europei.

I dati di inflazione arrivati dai paesi principali dell’Eurozona confermano un marcato rallentamento (tranne in Italia) su base annua seppur con il dato core ancora sostenuto e quindi monitorato con attenzione dalla BCE. Assieme ai dati macro di produzione industriale e vendite al dettaglio saranno probabilmente queste le chiavi di lettura che potranno fornirci le indicazioni più interessanti sull’evoluzione futura di EurUsd.
La sensazione è che la correzione dell’euro non sia lontana dall’esaurimento, ma attenzione a zona 1.065/1.068 perché uno sfondamento verso il basso incrinerebbe uno scenario che cambierebbe completamente direzione sotto 1.05. Al momento il pericolo è stato scongiurato.

EurUsd alla prima prova di maturità

La media mobile a 30 settimane rappresenta uno di quei livelli di supporto decisivi per il futuro di EurUsd. Perdere il livello tecnico di 1,065 troverebbe in 1,05 l’ultimo appiglio prima di un’evoluzione che si farebbe a quel punto decisamente negativo per l’euro visto che formalmente il rimbalzo sarebbe di fatto esaurito. Tutto dipenderà dalle banche centrali e dallo spread di rendimento che il mercato esprimerà nelle prossime settimane tra titoli di stato americani ed europei. Una BCE che ferma il rialzo a giugno innescherebbe una reazione favorevole al dollaro con il rischio di annullare i benefici effetti sull’inflazione europea a causa di un dollaro più forte.

EurUsd (grafico weekly) – quella media mobile da non abbattere

Le divergenze tra il cambio EurUsd e gli oscillatori di ipercomprato come l’Rsi erano uno dei motivi che ci spingevano ad essere prudenti sul rialzo dell’euro. Divergenze che sono state risolte e che adesso minacciano addirittura di anticipare la formalizzazione di un doppio massimo che sotto a 1,05 sarebbe fatale per l’euro riportandolo sotto la parità. Se lo scenario sarà come quello del 2021 lo capiremo molto presto.

EurUsd (grafico weekly) – divergenze risolte e potenziale rischio di doppio massimo

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