EurUsd outlook settimanale del 24 febbraio 2025 – Europa-America, è rottura

  • Trump decide di abbandonare per il momento l’Europa riavvicinandosi alla Russia sul tema Ucraina e alla Cina sul tema del commercio mondiale. Decisioni sconcertanti che annullano decenni di condivisioni politiche, economiche e di valori con l’Europa che rischia di rimanere isolata.
  • Europa sotto shock a causa del netto rifiuto di Trump nel continuare a sostenere la guerra in Ucraina. Le divisioni interne nel vecchio continente e le imminenti elezioni in Germania rappresentano il primo vero banco di prova che la storia sottopone all’Europa.
  • EurUsd non sembra per il momento risentire della crisi geopolitica con il prevedibile stallo sotto le resistenze che conferma il bear market della moneta unica.

L’Europa chiamata alle armi

Il titolo di questo paragrafo può valere in senso figurato come in senso reale.
Con la decisione di abbandonare l’Ucraina al proprio destino accordandosi per arrivare ad una pace con la sola Russia, Trump ha deciso di lasciare il paese dell’Est Europa in balia di eventi bellici che senza gli aiuti americani avranno un finale già scritto. Ma la rottura è anche con l’Europa che il tycoon richiama alle proprie responsabilità dopo anni di attacchi morali a Trump e alla sua politica, ma anche dopo anni di divisioni interne che hanno sempre richiesto l’aiuto finanziario statunitense per risolvere questioni geopolitiche di prossimità.
Difficile capire cosa succederà adesso.
L’Europa, nonostante i tentativi del Presidente francese Macron nel riunire tutti i leader in conferenza, è frammentata e si attende l’esito delle elezioni in Germania per avere un interlocutore più forte al tavolo. Senza un corposo aiuto di pacchetti all’Ucraina la Russia stravincerà questa guerra e questo metterà ai confini un nemico dichiarato. Ma al tempo stesso gli aiuti colpirebbero un continente già indebitato e in stagnazione economica.
Nella settimana appena conclusa poco spazio è stato dato alle informazioni macro anche perché di nuovo Trump ha occupato le prime pagine dei media con l’annuncio di nuovi dazi sull’import di auto, farmaci e chip nella misura del 25% che impatterebbe Europa e Asia, grandi fornitori di questo tipo di prodotti sul territorio americano.
Le minute della FED relative all’ultimo meeting di politica monetaria di gennaio hanno rappresentato forse la notizia più interessante con la certificazione che l’inflazione rimane ancora elevata e la crescita del mercato del lavoro solida a giustificare la staticità attuale del costo del denaro. Nuovi ordini esecutivi di Trump mettono però in dubbio la possibilità che la banca centrale americana possa mantenere la sua indipendenza in futuro.
A Francoforte in sede BCE comincia intanto a prendere forma una fronda anti taglio dei tassi di interesse, forse per la consapevolezza che i cambiamenti geopolitici in atto rischiano di alterare il processo di disinflazione all’interno di Eurolandia.

Uno stallo prevedibile

Il cambio EurUsd elegantemente si è mosso dai supporti di 1,02 che avevamo indicato come cruciali per evitare un allungo fin sotto la parità, fino alle resistenze poste in area 1,05.
Qui il doppio test ha confermato la solidità di un livello oltre il quale per l’euro si aprirebbero le porte di una potenziale inversione di tendenza. Al momento quindi non ci sono segnali né al ribasso e né al rialzo che possano far pensare a movimenti direzionali ben precisi nelle prossime settimane. Evidente che in questo momento si guardi all’evoluzione degli scenari geopolitici per capire come si muoveranno Governi e banche centrali nei prossimi mesi, anche lato valutario.

EurUsd (grafico daily) – le resistenze di 1,05 hanno fatto il loro lavoro

Il Dollar Index è forse la dimostrazione migliore dell’incertezza che sta regnando sul mercato valutario. DXY, infatti, sembrava aver formalizzato un doppio minimo con il break di area 107, poi è ritornato sui propri passi mettendo tutto in discussione.
Al momento non ci sono indicazioni di stop and reversal sul trade long dollaro, ma è evidente come una discesa del cambio sotto il supporto di 106 (massimo del 2024) avrebbe implicazioni molto interessanti sull’evoluzione del biglietto verde nel corso dei prossimi mesi.
Altra dinamica valutaria da monitorare con estrema attenzione.

Dollar Index (grafico daily) – doppio minimo negato o forse no?