EurUsd outlook settimanale del 2 giugno 2025 – Colpo di scena Dazi, tutto da rifare I dazi imposti da Trump sono illegali. Anzi no. L’incredibile vicenda ha sede negli Stati Uniti e gli attori protagonisti sono l’Amministrazione Usa e la Us Court of Interntational Trade. Tre giudici di questa corte hanno stabilito che la legge […]
EurUsd outlook settimanale del 26 maggio 2025: Treasury e Dollaro poco graditi ai mercati L’Europa ispira sempre più fiducia Il taglio del rating sul debito americano non ha prodotto gli stessi effetti di quasi 15 anni fa. All’epoca, nel 2011 ovvero quando S&P declassò il rating americano per la prima volta, la borsa perse il […]
La Fed mantiene i tassi invariati e Powell si proclama indipendente e paziente visto che lo stato dell’economia non richiede manovre immediate sui tassi. Vanno avanti intanto le trattative sui dazi da parte dell’Amministrazione Trump che chiude un primo deal con la Gran Bretagna e annuncia un compromesso con la Cina. In Europa intantoMerz è il nuovo premier tedesco. EurUsd sempre stabile poco sotto le resistenze chiave.
L’economia americana va all’indietro nel primo trimestre 2025 con inflazione in risalita. Questo il verdetto emerso dalla pubblicazione del Pil del primo trimestre a causa di un massiccio ricordo all’import che ha rallentato l’economia. Intanto in Europa prevale la fase di stanca dell’inflazione con l’euro che approfitta di questa fase interlocutoria per riprendere un po’ di fiato dopo la corsa delle scorse settimane.
Trump sembra aver compreso che tirando troppo la corda poi questa si spezza e i mercati azionari, obbligazionari e valutari sono eccellenti indicatori dello stato di incertezza che regna sul mercato. Facendo qualche parziale marcia indietro su Cina e politica FED, il tycoon ha permesso al mercato di tirare il fiato anche se il dollaro rimane particolarmente debole.
Powell non si piega ai voleri di Donald Trump e continua ad affermare l’indipendenza della Federal Reserve dalla politica preoccupato circa il possibile ritorno di un’inflazione da dazi che imporrebbe una maggior prudenza sul taglio dei tassi. A complicare il tutto una crescita in probabile rallentamento. Mentre l’Europa continua a battere la strada della diplomazia per diminuire le tensioni commerciali, il dollaro rimane debole nonostante il taglio dei tassi BCE.
Donald Trump non fa mancare la volatilità ad un mercato in preda ad una crisi di isterismo e che non trova per il momento grandi appigli nella guerra dei dazi. Gli Stati Uniti hanno inasprito i dazi verso la Cina sospendendo per 90 giorni a tutti gli altri, e la Cina in risposta ha portato le barriere sulle merci americane al 125%. Si svalutano yuan e dollaro in una battaglia che rischia di fare male a livello globale.
Donald Trump lancia i dadi della guerra commerciale globale annunciando tariffe alle importazioni che vanno da un minimo del 10% fino ad un massimo di quasi il 50% per alcuni paesi asiatici. La UE colpita da un 20%, la Cina ancora peggio ha già adottato ritorsioni. Mercati americani in forte calo, tassi in discesa e dollaro che si svaluta i primi effetti di una giornata che rappresenta la pietra tombale della globalizzazione.
Il giorno della liberazione è finalmente arrivato e Donald Trump il 2 aprile annuncerà al mondo la sua visione di commercio mondiale, con dazi verso quei paesi che hanno surplus con gli Stati Uniti. Le banche centrali per il momento stanno alla finestra in attesa di notizie. Lo stesso EurUsd consolida le posizioni dopo il test delle resistenze chiave di 1,09/1,10.
La Fed tiene i tassi di interesse fermi ma avverte i mercati che l’economia rallenterà con inflazione che faticherà a scendere dai livelli attuali. Ci saranno (forse) altri due tagli nei tassi nel 2025 con Trump che sollecita interventi immediati. In Europa, intanto, i nuovi piani di investimento per la difesa e l’espansione del bilancio tedesco portano ottimismo su borse ed euro.